Seletti

Nata nel 1964 come azienda di importazione di oggetti in bamboo, negli anni ’80 comincia a distinguersi per le confezioni , per la creatività nel packaging. Negli anni ’90 nasce la linea “estetico quotidiano” , la riproduzione di articoli monouso in materiali nobili che diventa un classico.

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Oggi Seletti collabora con giovani designers italiani ed internazionali, giovani che si stanno affermando velocemente, la volontà è proprio quella di creare un gruppo per crescere ed evolversi insieme, una sfida che sta portando grandi risultati. 

j_46761_04Ed ecco l’incontro di Seleti con  Studio Job attraverso un progetto inaspettato che integra il design accessibile del marchio italiano alla cifra stilistica inconfondibile del duo di Anversa. Industry Garden Collection è una collezione per outdoor dall’estetica preziosa e creativa: sono partiti dai set tradizionali arredo giardino dal gusto retrò, importati dall’azienda molti anni fa, e li hanno rivisitati rendendoli contemporanei.

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Realizzati in alluminio pressofuso e saranno disponibili in diversi colori, finalmente quelle meravigliose, ma così pesanti sedie vintage saranno finalmente leggere ed impilabili.. che ne dite?

ancora blu……

Il blu nell’ arredo è usato soprattutto per le sue virtu’ calmanti, favorisce il sonno, l’ispirazione e la creativita’ ,rilassa il corpo e la mente, e allontana stati di stress, nervosismo, ansia, insonnia ed irritabilita’.
Nelle case di mare questo colore predomina, caratterizzando l’ambiente con una tipica atmosfera.
Viene usato spesso anche per colorare porte, scuri e infissi esterni, soprattutto quando la casa è intonacata di bianco, secondo lo stile tipico greco, e in generale mediterraneo.
Si sposa con tutte le sue tonalita’ ed in contrasto con il bianco o per un effetto energizzante con il giallo

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To Do !

La serpentine Gallery: uno tra gli eventi piu’ attesi dell’estate londinese, oltre che uno dei siti piu’ visitati dagli appassionati di architettura e design. L’iniziativa della Serpentine Gallery compie 15 anni edal 26 giugno ha aperto il nuovo padiglione, disegnato dal duo spagnolo Selgascano, una struttura poligonale, costruita con pannelli di etilene tetrafluoroetilene (ETFE), avvolti da cinghie multicolore.
Per i visitatori sara’ come vedere l’architettura attraverso semplici elementi: struttura, luce, trasparenza, ombre, leggerezza, forma, sensibilita’, cambiamento, sorpresa, colore e materiali.

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Arte musica grafica…

Yellow….Arte……beh : Heinz Edelmann!!!
avete capito?
….insomma YELLOW SUBMARINE !!!!

L’ abbinamento di immagini filmate a brani musicali ha ottenuto una diffusione mondiale a partire dagli anni 80, con la nascita di MTV, eppure se si ricerca con attenzione ci si rende conto che il “videoclip” o “promotional video” ha origini ben più vecchie… Forme più vicine al videoclip contemporaneo vengono realizzate da registi di fama dalla fine degli anni sessanta: The Beatles per fronteggiare la continua richiesta delle loro apparizioni in giro per il mondo per promuovere i nuovi singoli, realizzarono dei video, col tempo sempre piu’ particolari e fantasiosi, che venivano trasmessi dalle Tv o dai programmi televisivi. I Beatles arrivarono anche a fare diversi film come promozione, primo fra tutti il film “Yellow Submarine” diretto da George Dunning uscito nel 1968.
La trama è piuttosto strampalata, o meglio eclettica, e non rappresenta certo uno dei punti di forza della pellicola. Quello che fa invece di “Yellow submarine” un’opera meritevole quantomeno di una visione è il suo carico di invenzioni grafiche, frutto del talento dell’animatore tedesco Heinz Edelmann, che dà vita a psichedelici scenari che si rifanno alla pop-art ed al surrealismo
Parla di un paese Pepperland, che si trova in fondo all’oceano,dove regnano la musica, i colori, i fiori, l’allegria e l’amore, che viene attaccata dai Biechi Blu in realtà Paul McCartney ammise più volte che fu influenzata da quello che talvolta Ringo diceva quando Paul, John e Ringo assumevano insieme LSD e/o Marijuana il risultato insomma di un’allucinazione!

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La stampa 3D

Evoluzione della stampa 2d, la stampa 3d utilizza diverse  tecnologie per stampare, le loro differenze principali riguardano il modo in cui sono stampati gli strati.(Alcuni metodi usano materiali che si fondono o si ammorbidiscono per produrre gli strati, altri depongono materiali liquidi che sono fatti indurire con tecnologie diverse) .Si può stampare una copia di un oggetto reale (fac simile), utilizzando uno scanner 3d , oppure se ne stampa uno nuovo precedentemente  modellato in CAD (Computer Aided Design).

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Non solo oggetti:

-Il Design Studio Nervous System ha creato un procedimento stampa da cui si ottengono tessuti, ecco che partendo da un modello disegnato su CAD si ottiene un abito stampato che si muove ed ondeggia come un vero tessuto.

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-L’americana 3D SISTEMS produce stampanti per prodotti commestibili

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Insomma la stampa tridimensionale ha portato innovazione nei processi produttivi (che ancora però non capisco  se siano migliorativi o meno) , ci fa giocare permettendoci di realizzare dei piccoli oggetti modellati da noi in CAD con una stampante 3D domenstica, ma veramente interessante è quello che sta facendo nel campo medico:

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con Osteoid la sostituzione del gesso che consente una guarigione 40% più veloce dell’osso fratturato (disegnato dall’ industrial designer turco Deniz Karasahin )

e quello che farà nell’immediato futuro: la produzione di tessuti umani che potranno essere utilizzate dalle imprese farmaceutiche e cosmetiche per realizzare prove sulla tossicità di alcuni farmaci o cosmetici. L’obiettivo è meraviglioso : sostituirli alla sperimentazione animale nei test clinici !

Patricia Urquiola

Mese di maggio mese rosa.. parliamo allora di quote rosa nel mondo del design,una signora dal gusto elegante che merita un post : Patricia Urquiola .

Di origini spagnole ma di formazione italiana, si è laureata nel 1989 allieva di architetti del calibro di Achille Castiglioni e Vico Magistretti ,nel 2001 apre un proprio studio a Milano ed in poco tempo diventa “la donna più corteggiata dall’industria del design mondiale” collabora con decine di aziende (tra cui Agape, Flos, Moroso, Molteni, B&B, Kartell  solo per citarne alcune) ed alcuni suoi prodotti sono esposti nelle collezioni permanenti del MoMa di New York ed in altri musei di arte moderna.
Non elenco i moltissimi premi che ha ricevuto, preferisco mettere una carrellata di immagini di alcuni ( veramente una piccola parte)  dei suoi prodotti dove traspare la sua capacità di coniugare bellezza confort ed eleganza. 
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The Great Exhibition

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La prima esposizione universale è stata a Londra nel 1851 con la Great Exhibition.

C’erano già state esposizioni (la prima tra tutte Parigi nel 1798) ma questa fu la prima Universale, viene chiamato a partecipare tutto il mondo, furono circa 14mila tra espositori, compratori e chi voleva capire e conoscere le nuove tecniche industriali.
Fu costruita una struttura per l’occasione: il Cristal Palace .
Una struttura in vetro e metallo che assomigliava ad una grande serra, disegnata da Paxton che era infatti il realizzatore di serre per la regina Vittoria. Struttura neoclassica per la presenza di archi, ma per la trasparenza e la standardizzazione dei moduli è estremamente innovativa. E’ il primo prefabbricato della storia dell’architettura!
Purtroppo del Cristal palace abbiamo solo disegni e rarissime foto poiché durante la seconda gurerra mondiale fu smontato perché troppo visibile ai bombardieri e il metallo fu fuso per costruire armi.

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In giro per il Fuorisalone 2015

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Quest’anno ahimè non mi sono immersa nella design week, mi sono dovuta accontentare di un daily, riducendo una settimana in 7ore di full immersion.

Non crediate sia stata una passeggiata, prima di tutto trovare l’essenziale da vedere ( scrematura non semplice) poi, riuscire a fare tutto quello con cura certosina pianificato. 

Alla fine però siamo riusciti (io e il mio amico ed architetto Paolo) a fare l’impossibile: zone Brera e Tortona . Come due drogati marciavamo da un istallazione all’altra in cerca di novità,ispirazioni, emozioni, allo scadere della sesta ora però la marcia serrata si era trasformata in una scomposta e claudicante camminata disperata accompagnata da un sommesso lamento di “ohi ..ahi …i piedi…il ginocchio…” ma con promessa solenne stipulata con il sangue :”prossimo anno si ritorna al vecchio sistema dei 4 giorni!!!” 

Non posso dire di essere stata al salone quest’anno (anche perché Rho non l’ho vista neppure con il binocolo) ma meglio di nulla una assaggio di questa magica atmosfera lo abbiamo avuto, ed un assaggio lo offro anche a voi con questi scatti rubati per le strade dei design districts 

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7 second of rest

CAMPARI SODA

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Un made in Italy che ha fatto la storia del design:
Nasce nel 1932: è il primo pre-mix “pronto all’uso” nella storia dei prodotti a bassa gradazione alcolica. La sua bottiglietta conica, in stile futurista è stata disegnata dall’artista Fortunato Depero.
1932, quando Davide Campari chiese a Fortunato Depero di ideare la bottiglia per il primo aperitivo monodose e ne ordina la produzione industriale. Il flacone, come veniva chiamato, ha la forma di un calice rovesciato. Con l’ideazione della bottiglia Depero crea la sua opera più significativa per l’azienda milanese. La bottiglietta è il punto di arrivo di un sodalizio artistico che inizia negli anni ’20 e la forma conica una conseguenza dello stile di Depero per Campari.
Nell’immagine ho messo anche “Campari light” il lampadario realizzato da Ingo Maurer con 10 bottigliette di Campari Soda originali: le bottiglie si possono staccare, le lampadine sono alogene di 75 watt l’una. L’altezza è regolabile attraverso un tappo Campari.

Bike in a bag

bike in a bag

E’una bici in alluminio che si monta assemblando 21 pezzi con una chiavetta. Semplice, minimal, cool, una volta chiusa e’ uno zaino tondo come quello delle tende quechua ! Disegnata dal gruppo indiano LUCID DESIGN